cm. 22 x 14,5, pp. 310, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Venezia, 1575. Alvise Corner, medico e professore nello Studio padovano, è accusato di eresia da una strana denuncia al tribunale dell’Inquisizione. Dovunque egli vada è pedinato da un misterioso “uomo in nero”, così comincia a sospettare che l’inchiesta possa essere pilotata da potenti nemici della famiglia Corner e abbia più un fine politico che religioso.
Partendo da questo scenario, Acquaviva elabora un vasto romanzo storico in cui la delicatezza della storia d’amore, l’attenta ricostruzione delle vicende, dei luoghi e degli ambienti, l’eccezionale potenza degli avvenimenti (dalle carestie alla peste), la plausibilità dei caratteri, si fondono con lo sguardo dello studioso che osserva la vita di fine Cinquecento per restituirla con una vivacità e un’immediatezza davvero sorprendenti. Questo anche perché la reale esistenza dei personaggi coinvolti nel racconto è quasi sempre documentata storicamente. Così le descrizioni del desolato entroterra veneto e della vita avventurosa e goliardica degli studenti, giunti all’Università di Padova da tutta Europa, si alternano, con vivida plasticità narrativa, al cupo orrore della pestilenza e all’idilliaca serenità della spiaggia al Lido, dove Alvise e Sara vivono il momento più incantato del loro amore.
Il cibo, le malattie, le mode, i costumi, la vita quotidiana di un secolo fastoso e miserabile, avventuroso e crudele, fanno quindi non solo sfondo, ma da attori, insieme ai protagonisti di una passione estrema come può esistere solo in un’epoca in cui vivere una storia esaltante è faci le come morire.