Caratteristiche e condizioni:
cm. 24 X 17,5, pp. 302, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Il bellissimo – sempre più bello, man mano che gli anni passano – libro di Arduino Agnelli, *La genesi dell’idea di Mitteleuropa*, che ora viene giustamente ristampato (e non solo in omaggio e in ricordo della sua figura e della sua opera, ma, più semplicemente, perché è un classico), corregge una sfasatura che nuoce alla comprensione del mondo in cui siamo vissuti e in cui viviamo e forse anche del mondo in cui vivremo. In questo libro, rigoroso e insieme affascinante e avvolgente, Agnelli ha dimostrato concretamente come questo termine nasca, alla metà dell’Ottocento, per indicare uno spazio danubiano centro-europeo, uno spazio di politica economica, egemonizzato da tedeschi e ungheresi. Nelle pagine che raccontano l’origine di questo termine – e dunque della visione del mondo che nascerà con esso e da esso, rendendosi pure indipendente da quella propria origine – Agnelli fa toccare con mano questa seconda e per lo più ignorata o dimenticata contraddizione: una grande cultura che si svilupperà soprattutto in direzione letteraria, filosofica, linguistica e matematica e che nasce come concreto disegno economico.
A questa contraddizione se ne aggiunge un’altra. Quel termine, *Mitteleuropa*, che poco dopo indicherà un’utopica identità plurinazionale o sovranazionale (indefinibile in termini nazionali) e un ancor più utopico coro armonioso delle varie nazionalità, nasce per designare una precisa egemonia di alcune nazionalità, quella tedesca e quella ungherese, sulle altre dell’Impero. Su questa scia – che il libro di Agnelli ricostruisce con ricchezza e precisione, grande finezza interpretativa e suggestiva capacità di rinarrare un processo storico – il termine *Mitteleuropa* arriverà a indicare perfino un’ideologia nazionalista tedesco-espansionista (come nel libro di Naumann) e addirittura il progetto di un’ecumene europea all’insegna del nazionalsocialismo, come nell’idea di *Mitteleuropa* del grande storico von Srbik, al quale Agnelli ha dedicato successivamente un altro, mirabile volume.
CLAUDIO MAGRIS