cm. 17,5 x 11, pp. 86, brossura, in ottime condizioni.
In questo saggio Günther Anders prosegue nella sua riflessione sull’obsolescenza delle emozioni e dei sentimenti, inutili fardelli in un mondo dominato dallo strapotere delle macchine. La Tecnica ha reso l’uomo antiquato, obbligandolo nello stretto binario della coppia produzione-consumo, e antiquata è divenuta anche la sua attitudine immaginativa, ormai incapace di cogliere gli smisurati effetti di gesti che rischiano di avere nel paradosso atomico, nell’evento ultimo la loro epifania onnidistruttiva.
In un universo moralmente imploso, l’odio è diventato un sovrappiù per occasioni speciali, un’inutile via traversa, così come i campi di battaglia resi obsoleti dal gesto asettico e ripetitivo del disinseritore che annichilisce da lontano. L’intransigenza e l’esagerazione come metodo ermeneutico sono la cifra di questo saggio andersiano che nella sua radicalità getta squarci di luce sul nostro tempo e sulle sue scandalose aporie.