Caratteristiche e condizioni:
cm. 23 x 14, pp. 100, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Virgilio Giotti è una delle voci più importanti del Novecento poetico italiano. La scelta del dialetto triestino, usato come lingua di raffinata eleganza, gli ha impedito di raggiungere la larga popolarità che i suoi versi meritano; non sono invece mai mancati gli apprezzamenti da parte della critica letteraria, riconoscimenti che sono culminati nel premio assegnatogli nel 1957 dall’Accademia dei Lincei.
Nato a Trieste nel 1885, frequenta studi di pittura alla scuola industriale “Revoltella”, dove ha per compagno, fra gli altri, il pittore Guido Marussig. Nel 1907 si trasferisce a Firenze, dove conosce la russa Nina Schekotoff, che diverrà la compagna della sua vita e dalla quale avrà tre figli. Nella città toscana pubblica nel 1914 il Piccolo canzoniere in dialetto triestino, una raccolta di poesie composte fra il 1909 e il 1912. Rientrato a Trieste nel 1920, consolida l’amicizia giovanile con Umberto Saba che pubblica, per le edizioni della sua libreria, le poesie e le prose in lingua Il mio cuore e la mia casa. Il mondo triestino entra rapidamente a far parte della sua seconda raccolta dialettale, Caprizzi, canzonete e storie. Nel frattempo si infittiscono le collaborazioni a importanti riviste nazionali, da “Solaria” a “Circoli”, da “Lirica” a “La Fiera letteraria”; nel 1941 pubblica Colori, la nuova raccolta di liriche in dialetto.
Nel 1943 avviene la tragedia che sconvolgerà la sua esistenza: non ha più notizie dei figli Paolo e Franco, dispersi sul fronte russo. Il suo insanabile dolore segna le poesie dei volumi Sera e Versi, nonché le pagine del diario Appunti inutili. Nel 1957 l’editore Ricciardi pubblica l’edizione completa delle sue opere in dialetto, Colori. Giotti muore il 21 settembre di quello stesso anno, senza aver potuto vedere il libro che aveva desiderato per tutta la vita.