cm. 21 x 13,5, pp. 220, brossura, in ottime condizioni.
Bali, Nepal, Giappone, Hawaii, Australia, Giava, Malesia, Siam, Macao, Cina… Grandi mete e miti di tanti viaggi e libri di viaggi nella Belle Époque, e in altre epoche (come la nostra) quando il Viaggio, la riscoperta della Geografia, lo spostamento-con-verifica, la vacanza ‘casual’. significano volentieri fuggir la Storia, lasciare a casa l’Ideologia, non dire né all’una né all’altra quando si torna e con chi. Oggi i Viaggi in Oriente – benché più trafelati e costosi, carichi di documentazione e di Desiderio – tendono ancora una volta ad assaporare civiltà ferme e illustri: fonti, sorgenti, radici, fantasmi, modelli incorrotti di sapienza antica e di estasi psico-fisica. Ma tutta una educazione semiologica avvia adesso a una lettura per lo più ‘segnica’ delle città e delle campagne, dei monumenti e della gente, dell’aperto e del chiuso, dell’alto e del basso, del cotto e mangiato. E tutta una formazione microstorica sospinge a rinvenir tracce, annusare orme, sorprendere spie, tentar di scoprire l’Essenziale appiattato nel Marginale, nell’Irrilevante, nell’Insignificante – magari tra gli agguati del Pittoresco e le trappole della Moda Politica, i birignao del Potere e del Testo. Non di rado il viaggiatore si imbatte nelle preoccupanti caricature asiatiche della Modernità, del Progresso, dello Sviluppo. Ma dopo tanti turismi e nomadismi strutturelloni, dopo tante gratificanti vacanze microstoriche e segniche e corporee e ludiche e rock, si può addirittura finire per incappar nuovamente nella Storia: lei, la rimossa, l’innominabile, sempre lei! (Non era affatto rimasta a casa). Credevi di sfuggirle, tra i simulacri e le finzioni? Macché, dopo nove viaggi, ti casca addosso nel decimo paese: tutta in una volta! Eccola li, tutta indaffarata tra le Date e gli Eventi, arguta e macabra e smascherata e vispissima (post o pre o mid-moderna?), proprio nella madornale svolta macro-storica del Processo alla Banda dei Quattro: trionfo dell’Immaginario Ideologico delirante, fra una Pechino e una Shanghai agitate e mondane, drammatiche, esasperate, ironiche, fuori di sé. La Belva è penetrata nell’Impero di Mezzo…