cm. 24 x 17, pp. 300, brossura, in ottime condizioni.
Presentare il volume degli Atti della Giornata internazionale di studio “Archeologia e urbanistica nelle città dell’Istria costiera”, significa esprimere la propria soddisfazione e la gratitudine per l’impegno degli organizzatori di una giornata importante per diverse ragioni. Innanzitutto perché abbiamo assistito a una serie di relazioni inerenti a un tema che mai si era affrontato in modo specifico, nonostante le diverse occasioni in cui, negli ultimi decenni, archeologi, storici e storici dell’arte istriani, operanti in Italia, Slovenia e Croazia si sono incontrati per discutere i vari problemi generali e specifici dell’Istria romana.
Durante l’ultimo secolo, l’archeologia istriana ha avuto uno sviluppo che seguiva le vicende storiche della penisola, dal periodo austroungarico, attraverso quello del Ventennio, e poi della Jugoslavia, fino ai giorni nostri, delle repubbliche sovrane, Slovenia e Croazia, sorte nel 1991.
Nella prima metà del Novecento esistevano anche nell’archeologia e storia antica due mondi paralleli, quello italiano e quello austroungarico, e tra le due guerre la situazione era esasperata da una dittatura che voleva snaturalizzare le popolazioni alloglotte.
Solo dopo il 1945 s’iniziava a sviluppare l’archeologia slovena e croata, dapprima in un clima rigido di Guerra Fredda. Con il disgelo dei rapporti tra Jugoslavia e Italia, anche gli archeologi di quelle generazioni hanno iniziato a scambiare idee e pubblicazioni. Alcuni di noi presenti a Muggia il 26 marzo 2011 sono stati protagonisti o testimoni dell’apertura degli “uni” verso gli “altri” a partire dagli Anni Ottanta. Da allora ci siamo regolarmente scambiati anche inviti a convegni e oggi possiamo dire che il ciclo è chiuso: tutti beneficiamo della conoscenza del lavoro e dei risultati di ricerche in tutta la regione, nonostante i confini politici, che oggi sono forse più numerosi, ma anche più aperti.
Le relazioni presentate alla Giornata di studio a Muggia, ed ora pubblicate negli Atti, sono un altro passo avanti dell’archeologia istriana, ma anche della cultura multinazionale della penisola. Da qualche decennio l’archeologia istriana si percepisce sempre più come un tema indivisibile. Trieste, Parenzo e Pola, con i loro monumenti antichi, splendidi anche per la buona conservazione, sono soltanto le punte di spicco, ma siti come Nesazio, Umago, Capodistria, oppure Fianona, Cittanova e Rovigno completano l’immagine di una regione che in epoca romana era fiorente e prospera, e di ciò rimangono molte tracce archeologiche, tante ancora da studiare e presentare.