cm. 28 x 24, pp. 102, brossura, in ottime condizioni.
Quello della psicoanalisi è un fenomeno che tuttora permea di se Trieste e la sua cultura. Trieste ospitò Sigmund Freud, ancora giovane studente di medicina, per la sua prima ricerca, Trieste diede i natali a Edoardo Weiss, allievo diretto del padre della psicoanalisi e fondatore del movimento psicoanalitico italiano. E ancora Trieste è la città in cui, con grande anticipo rispetto al resto d’Italia, cominciarono ad essere praticati trattamenti freudiani e che vide, tra il 1920 e il 1930, un interesse che rasentava la mania verso tutto ciò che sapeva di psicoanalisi. Ed è anche la città, infine, in cui la psicoanalisi venne a intrecciarsi con letteratura e arte con risultati di indiscutibile, affascinante grandezza. “Al problema dell’arte” scrive la storica della psicoanalisi Anna Maria Accerboni Pavanello, Freud aveva prestato sin dall’inizio molta attenzione, avendo maturato la convinzione che per la psicoanalisi ‘artisti e poeti sono alleati preziosi, da prendere in attenta considerazione nella loro testimonianza, per il fatto che “nelle conoscenze dello spirito essi sorpassano di gran lunga noi comuni mortali, poiché attingono a fonti che non sono state ancora aperte alla scienza: L’interesse della psicoanalisi per le opere degli artisti e dei poeti non poteva rimanere a senso unico e in effetti molte avanguardie culturali, più o meno in tutta Europa, reagirono abbastanza presto dinanzi alle teorie di Freud, trasponendo, come nel caso del surrealismo, con una sorta di presa in diretta, l’inconscio nell’arte, oppure, passando agli scrittori, lasciandosi più o meno influenzare, come Italo Svevo ne “La coscienza di Zeno”, dalle concezioni psicoanalitiche, sviluppando però sottili ma non per questo meno incisive resistenze. Nel 1921, aveva iniziato l’esperienza della psicoanalisi il pittore triestino Arturo Nathan, un’esperienza fatta con Edoardo Weiss, che durò fino al 1925 e che egli trasfuse nella sua arte. E così suoi autoritratti sono testimoni del suo percorso progressivamente chiarificatore e liberatorio. Al tema dei rapporti fra arte e psicoanalisi, con particolare riguardo al mondo culturale triestino degli anni venti e trenta, il Museo Revoltella ha dedicato, nell’estate 2002, una mostra (“Arte e psicoanalisi. Volti”) che ha destato un grande interesse, per certi versi inaspettato.