cm. 20 x 13,5, brossura, in ottime condizioni.
Oggi si pensa all’ascesa di Adolf Hitler come a qualcosa di inevitabile e molti sono convinti che egli sia stato eletto democraticamente dalla maggioranza del popolo tedesco.
In realtà, come dimostra lo storico americano Henry Ashby Turner Jr in questa appassionante ricostruzione dei cruciali avvenimenti del gennaio 1933, le cose sono andate in modo assai diverso: il leader nazista, che con abilità si inserì in un complesso gioco politi- co sfruttando le opportunità che altri gli offrivano, era all’epoca in difficoltà e poteva essere facilmente fermato.
Il 1° gennaio 1933 Hitler sembrava infatti destinato a tornare nell’oscurità: il Partito nazionalsocialista, che nelle elezioni del novembre 1932 aveva subito una pesante sconfitta, stava attraversando una grave crisi interna ed era stato dichiarato politicamente morto dai suoi avversari. Ma solo tre giorni dopo, Hitler incontrò in gran segreto Franz von Papen, che pensava di potersi servire di lui per sbarazzarsi del cancelliere in carica, Kurt von Schleicher, e da questo momento la situazione mutò radicalmente. Cominciò un mese di intrighi, complotti, alleanze e tradimenti, in cui Hitler, nonostante fosse sostenuto da meno di un terzo dei voti popolari, perseguì con successo la sua strategia del «tutto o niente», fino a quando, il 30 gennaio, fra voci di golpe, confusione e vari tentativi falliti di impedire l’evento, prestò giuramento come cancelliere e la Germania gli affidò il proprio futuro. Avvincente e autorevole, I trenta giorni di Hitler da un lato ristabilisce l’importanza dei singoli attori nello svolgersi degli eventi, dall’altro cerca di analizzare quali fossero le alternative e cosa sarebbe successo se Hitler fosse stato fermato in tempo, aprendo in tal modo una nuova prospettiva di analisi e offrendo un’originale interpretazione di uno dei capitoli decisivi della storia.