cm. 22 x 14, pp. 332, brossura, tracce d’uso e sottolineature a matita, per il resto in buone condizioni.
Nei numerosi saggi sulla rivoluzione industriale inglese tutta l’attenzione è concentrata sui rapporti e sui conflitti fra le classi sociali in presenza di nuovi modi di produzione; la descrizione dell’ambiente fisico in cui le vicende si collocano ha quindi una funzione sussidiaria: serve a sottolineare le asprezze di quelle lotte o a far risaltare le iniquità delle condizioni di vita delle classi povere. L’originalità e l’interesse di questo libro derivano da un arricchimento del campo di osservazione: la rivoluzione industriale vi è attentamente analizzata soprattutto come rivoluzione dell’ambiente urbano e in primo piano non sono, questa volta, le classi sociali o gli aspetti produttivi, ma le grandi città, la loro crescita impetuosa, i profondi mutamenti nella loro organizzazione funzionale, le continue lacerazioni nella struttura spaziale. L’analisi minuziosa di queste intense trasformazioni non è fine a se stessa, ma serve a valutare se e quanto siano state efficaci, o semplicemente proporzionate ai mali della città, le proposte di pianificazione urbanistica via via elaborate ed attuate.