cm. 20 x 13, pp. 214, copertina rigida, firma di appartenenza, in ottime condizioni.
Indomabile protagonista di questa storia è l’operaio-massa: il proletario del sud sul cui lavoro si è fondata l’espansione industriale italiana e europea degli ultimi vent’anni. È “l’operaio dai mille mestieri,” non qualificato e dall’estrema mobilità, alternativamente bracciante, edile, disoccupato o emigrante, che racconta, col suo linguaggio e dal suo punto di vista di classe, come ha imparato nelle fabbriche automobilistiche del nord a organizzare la sua capacità di rivolta contro il lavoro e lo sfruttamento.
Dopo una serie di tentativi di lavoro nel sud nativo, il protagonista si getta nell’obbligata avventura dell’emigrazione. A Milano, dove accetta i mestieri più disparati, si trova immerso in una assurda società fondata sul lavoro e sul consumo. Scatena allora una sua astuta e spavalda guerriglia contro l’industria per soddisfare i propri bisogni sfuggendo alle implacabili leggi della produzione.
Finché, all’inizio del ‘69, l’anno dell’autunno caldo, si fa assumere alla Fiat, dove dicono che c’è lavoro per tutti, ben pagato e sicuro… A Mirafiori si rende conto di trovarsi invece in un inferno che distrugge ogni energia fisica e psichica. Ma viene a contatto con gli studenti, conosce gli operai che organizzano gli scioperi selvaggi e la lotta collettiva: diviene un militante. La seconda parte del libro rivive giorno per giorno, attraverso i volantini, le assemblee, le cronache, le fasi delle grandi lotte di maggio e di giugno che da Mirafiori si propagano a tutta la Fiat e dalla Fiat si estendono fuori dalla fabbrica, fino a culminare nella grande battaglia di corso Traiano tra la polizia e il proletariato della città.