cm. 22 x 15, pp. 278, brossura, in ottime condizioni.
Se l’agire strumentale, la tecnica, la manipolabilità totale di ogni cosa, e delle persone ridotte a cose, fanno parte integrante della razionalità costitutiva dell’Occidente, sarà solo rompendo con la prospettiva funzionalistica che ci si potrà sottrarre alla circolarità tutt’altro che virtuosa che lega tra loro la riduzione dell’immaginario sociale al mondo delle merci e la legittimazione di forme sempre meno democratiche di dominio statale.
Questo libro, che segna una profonda revisione delle posizioni precedentemente espresse dall’autore, tratta successivamente i temi della tecnicizzazione del diritto e della politica; dei rapporti tra eguaglianza giuridica ed economia di mercato; del destino del soggetto giuridico; della genesi e dissoluzione del «compromesso» che stava alla base dello Stato sociale; per giungere alle nuove forme assunte dal potere normativo nella società di massa. Ogni volta la rigorosa critica filosofica della teoria giuridica (in particolare nella sua forma sistemica) si salda con l’analisi puntuale del divenire storico della società capitalistica.
Di contro alla deriva economica e statalistica, a quanto pare inarrestabile e iscritta fin dalle origini in tale società, l’ultimo capitolo prospetta le condizioni per una nuova strategia democratica che si possono riassumere nel progetto dell’autoistituzione» della società, intesa come iniziativa politica «dal basso», in una ritrovata autonomia dal dominio del mercato e dello Stato.