cm. 20,5 x 13,5, pp. 526, brossura, in condizioni molto buone.
“L’Epistola al Romani” più che un acuto e laborioso commento all’omonima epistola di San Paolo è un originale ripensamento del pensiero paolino, che porta ad una nuova formulazione della filosofia cristiana.
Karl Barth, nato a Basilea nel 1886, dopo aver studiato teologia a Berna, Berlino, Tubinga e Marburgo, esercitò il ministero pastorale in diverse comunità e insegnò teologia alle università di Gottinga, Münster, Bonn e Basilea. “L’Epistola al Romani,” tradotta e curata da Giovanni Miegge, il noto studioso e teologo protestante recentemente scomparso, apparve per la prima volta a Berna nel 1919, e suscitò vivissimo interesse e violente polemiche. Barth la ripubblicò, completamente rifatta, nel 1922. Fondata su di una profonda conoscenza della teologia e della filosofia cristiana, e sull’assimilazione e la rielaborazione di correnti quali il platonismo, lo gnosticismo, il calvinismo, il kantismo e il razionalismo, “L’Epistola ai Romani” lanciava una sfida violenta al razionalismo biblico e al positivismo ottocentesco. A molti sembrò un regresso verso posizioni oscurantistiche, ma la coscienza moderna, ridestata dall’esistenzialismo ad una visione più drammatica della situazione umana, trovò ne “L’Epistola al Romani” una nuova interpretazione della religione e della missione religiosa dell’uomo. Quest’opera è divenuta uno dei testi fondamentali dell’esistenzialismo tedesco.