cm. 20,5 x 13, pp. 420, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Basilio di Cesarea, nato nel 330 e morto nel 379, pronunciò queste nove omelie sulla Genesi (conosciute sotto il nome di Esamerone) in cinque giorni: dal 12 al 16 febbraio, durante la quaresima probabilmente del 377. Persone colte, ma per la maggior parte umili, convenivano «alla mensa serale della parola»; e alla fine di ogni omelia «il suono delle voci miste di uomini, di donne e di fanciulli, come quello dei flutti che si frangono sulla riva» s’innalzava nelle «preghiere rivolte a Dio». In apparenza, Sulla Genesi è un manuale di scienza patristica, che tra sforma e cristianizza la scienza greca: come tale, ebbe un immenso successo fino al diciassettesimo secolo. Ma le ambizioni di Basilio erano ben altre: si proponeva di scrivere quella cosmogonia e quella cosmologia che il cristianesimo ancora non possedeva, interpretando e ampliando i rapidissimi cenni della Genesi. Nell’universo, come fu creato fuori dal tempo e come è oggi, tutto è sapienza, ordine, armonia, bellezza, provvidenza divina: non c’è traccia di tenebra, come invece sostenevano i Manichei; né di caso e di disordine. Muovendo dalla bellezza della realtà visibile, Basilio voleva da un lato risalire al Grande Artefice, a «Colui che supera ogni bellezza»; e dall’altro offrire ad ogni uomo un modello di ordine e di armonia. Come chi guida un forestiero in una città sconosciuta, così Basilio accompagna tutti noi a scoprire le «meraviglie nascoste di questa grande città» – l’universo: con quale stupenda eloquenza, con quale ricchezza di colori, con che affettuosa luminosità di immagini.