cm. 20,5 x 12, pp. 240, brossura, in ottime condizioni.
Roberto Bazlen, homo nullius libri, non solo non pubblicò alcun libro durante la sua vita, ma non ha lasciato alcuna opera compiuta fra le sue carte. Il capitano di lungo corso è l’incompiuto romanzo che lo accompagnò per molti anni, certamente dal 1944 al 1965, anno della sua morte.
Nel personaggio del Capitano, che a un certo punto viene definito «l’ultimo bizantino», riconosciamo una figurazione estrema del mito intellettuale dell’Occidente. Sballottato fra Mallarmé e la fisica nucleare, fra la nostalgia per la vita e un certo aristocratico distacco, fra i libri sacri dei primitivi e il gusto tutto profano della propria singolarità, fra l’impossibile recupero dell’«omerismo» e la presenza operante dei veleni della decadence, il Capitano sembra distinguersi soprattutto per una peculiare mescolanza di cecità verso le co se vicine, lucidità verso quelle lontane, e testarda insoddisfazione per i limiti di quella lucidità, che egli riuscirà a superare soltanto attraverso avventure, delusioni, incontri, metamorfosi. Con una gran de sapienza psicologica, quella di chi ha vissuto e sciolto tale nodo, e che diventa qui immediatamente forma narrativa, Bazlen ci mostra in concreto, dando rilievo ironico a ogni particolare, che cosa manca al suo protagonista, che cosa lo muove e verso dove. Infine che cosa lo salva: la sua capacità di fare un vero naufragio, cioè di riuscire a diventare altro. Dietro questo tema della trasformazione è facile vedere, in trasparenza, lo schema dell’Odissea: il Capitano di Bazlen ripercorre le tappe dell’Ulisse nell’oggi della favola, si fa strada fra i meandri di un mito personale e fra le insufficienze – crudelmente accennate – di ogni Ulisse moderno oltre che dell’Ulisse antico. Il suo viaggio, costellato di beffe e tranelli, è una tortuosa scoperta delle verità paradossali. Lo sfondo di questa narrazione, che ha la linearità e la geometria della favola, è dunque di una estrema complessità e ricchezza quella ricchezza che aveva generosamente e attentamente dissipato nel la sua vita Bazlen stesso.