cm. 20,5 x 12,5, pp. 180, brossura, in ottime condizioni.
I primi mesi del 1978 sono stati, per il sindacato italiano e per il Partito comunista, un periodo di enorme importanza. La linea del sindacato e cambiata: la mobilità della forza-lavoro ha smesso di essere un pericolo; la contrattazione salariale è diventata un aspetto del tutto secondario dell’iniziativa sindacale; lo stato di salute delle grandi imprese industriali ha cessato di essere un’occasione per i tradizionali scontri tra sordi (sindacati e imprese) ed è diventato, per il sindacato, un terreno di confronto e di iniziativa concreta. Soprattutto il passato è stato tolto dalla mitologia e rimesso in discussione. Questa è la “svolta del ’78”. Due redattori della “Repubblica”, Stefano Bevacqua e Giuseppe Turani, hanno raccolto e analizzato tutti i documenti di questa grande “riforma” dei rapporti sociali. Non si tratta solo di una antologia delle tappe fondamentali della svolta, ma anche un primo tentativo di ricostruire il filo che lega i diversi avvenimenti interni sia al sindacato sia al Pci. Una ricerca utilissima, insomma, per fare un primo bilancio di questa “riforma” (la più grande nel sindacato dopo il “sessantotto”) e per comprendere quali condizioni sono indispensabili perché la “svolta del ’78” si traduca in un nuovo modello di rapporti sociali.