cm. 22 x 15, pp. 268, brossura, in ottime condizioni.
Charles Waterton (1782-1865), considerato nel secolo scorso figura eccentrica e donchisciottesca, e perciò presto dimenticato, appare ora, alla luce della biografia di Julia Blackburn – docente all’Università di York -, un ambientalista, forse il primo della nostra era. Egli, consapevole dei pericoli dell’industrialismo, si batté contro l’inquinamento trascinando in giudizio un fabbricante di sapone, e ci ammonì a ravvederci e a rispettare il mondo in cui viviamo senza depredarlo. Primogenito di una famiglia aristocratica e cattolica, da giovane esplorò le foreste pluviali del Sudamerica imparando originali tecniche di sopravvivenza, diventando un esperto tassidermista, facendo ricerche sui veleni usati dagli indiani della Guiana. Tornato in Inghilterra, trasformò la sua tenuta nello Yorkshire in una riserva naturale per uccelli e altri animali e la aprì al pubblico. I suoi ricordi di viaggio e i suoi studi naturalistici incantarono i lettori e appassionarono Dickens e Darwin, ma dopo la morte il ricordo della stramberia di Waterton prevalse e la maggior parte della sua vita e delle sue idee sono state scordare. Ma, come scrive Gerald Durrell nella prefazione, «c’è sempre stato bisogno di eccentrici che ci indicassero la strada».