cm. 21,5 x 13,5, pp. 234, brossura con sovraccoperta, in buone condizioni.
Attaccata e bersagliata dai nazisti, l’edizione tedesca di questo volume, Kultur und Rasse, fu data alle fiamme in Germania il 10 maggio 1933. Fin dalla sua comparsa, infatti, l’opera di Boas diventò il punto di riferimento principale per chiunque, scienziato, intellettuale o uomo comune, abbia voluto respingere o confutare le varie teorie di presunte superiorità razziali. «Non c’è alcuna differenza fondamentale tra il modo di pensare dell’uomo primitivo e quello dell’uomo civile. Né s’è mai potuto accertare uno stretto rapporto tra razza e personalità. Il concetto di tipo razziale, quale si trova comunemente anche nella letteratura scientifica, è fuorviante e richiede una nuova definizione sia logica che biologica»; così lo stesso Franz Boas sintetizza la tesi fondamentale del suo libro. Il contributo essenziale di quest’opera oggi, sostiene Herskovits nella sua introduzione all’ultima edizione riveduta del volume, va ricercato nella sua implicita dimostrazione di come la pluralità di forme nasconda, nella cultura umana, l’unità di doti naturali, bisogni e aspirazioni comuni a tutti gli uomini. Boas pone la base psicologica di quello che, dopo la sua morte, è divenuto un nuovo campo di ricerca, lo studio comparativo dei valori.