cm. 30,5 x 24,5, pp. 190, brossura, in ottime condizioni.
Due lunghi rettifili interrotti da una manciata di curve, immersi in un paesaggio piuttosto monotono, reso solo un poco più interessante dai rilievi del Gargano e del Subappennino messi lì a fare da naturale cornice all’assolata piana del Tavoliere.
Due tratte locali senza particolari ambizioni, così potrebbero apparire a un primo sguardo le linee ferroviarie protagoniste di questo lavoro, se non fosse per il fatto che il loro tracciato venisse individuato già dagli albori della storia ferroviaria del nostro Paese come facente parte di un’importante potenziale direttrice trasversale est-ovest, destinata ad unire le coste del Mar Tirreno con quelle dell’Adriatico.
L’entrata in servizio della nuova ferrovia Foggia-Lucera, chiusa all’esercizio nel 1967 e ripristinata oggi grazie all’impegno di Ferrovie del Gargano, dota di un’infrastruttura moderna e veloce il territorio di Capitanata con un occhio attento al Molise per la possibilità, molto concreta, di raggiungere con le rotaie Campobasso, rafforzando così il ruolo del corridoio molisano con l’evidente possibilità di collegamenti veloci con Roma.
Si guarda con nuovo interesse anche a Manfredonia, dove esistono potenzialità demografiche e socio-economiche che reclamano ormai da tempo risposte adeguate in termini di mobilità innovativa, e dove la sinergia tra vettore ferroviario e trasporto su acqua potrà d’un tratto colmare i ritardi infrastrutturali degli ultimi due secoli.
Non manca infine un pur rapido excursus sul nodo di Foggia – definito non a sproposito da uno storico locale “ombelico” ferroviario del Tavoliere – che ha saputo mantenere intatto il suo fondamentale ruolo all’interno del sistema ferroviario nazionale nonostante le distruzioni lasciate in eredità dalla triste stagione della guerra. Un cenno è dovuto anche al dibattito sull’Alta Velocità/Alta Capacità, oggi più che mai aperto.