Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 13,5, pp. 272, copertina rigida con acetato e cofanetto rigido, in ottime condizioni.
Contenuto:
“Le poesie disperse lungo tutti gli anni della mia vita e raccolte in questo libro sono i gradi preparatori del Dottor Zivago, la mia fatica principale, più importante, l’unica di cui non mi vergogno, di cui rispondo senza paura. Ed è perché servano di introduzione al romanzo, che io qui le ristampo.” Questo libro è composto da un lungo saggio introduttivo, a carattere autobiografico, e da una trentina di poesie, tra cui spiccano almeno due importanti poemetti. È interpretabile con la formula, che Pasternak usò per lo Zivago, di “romanzo in prosa con appendice poetica”, secondo ben noti echi puškiniani. Si tratta di un’autobiografia in prosa e in poesia, con una fitta rete di rispondenze e richiami tra le due parti del volume, che ne fanno un’opera complessa e vivace, capace di stupire per l’abilità del concertato e del contrappunto. All’epoca in cui tutta la Russia attendeva vivamente l’uscita del Dottor Zivago, il libro fu progettato, su richiesta della Casa editrice sovietica di Stato, come una sorta di passaporto o nuovo Salvacondotto del poeta, tornato tra i vivi dopo un lungo periodo di isolamento e solitudine. Dal 1948 non si pubblicava più nulla di Pasternak e, oltre al romanzo, si annunciavano numerose iniziative per riportare alla ribalta il poeta. Tuttavia, considerazioni di opportunità politica costrinsero la casa editrice a rifiutare la pubblicazione del romanzo e anche il progettato libro misto di prose e poesie a carattere autobiografico non vide la luce. Continuò però a circolare il solo saggio introduttivo, sotto forma di abbozzo d’autobiografia, con una diversa e succinta conclusione.
È appunto questa seconda e parziale redazione che è stata pubblicata in Francia. L’editore italiano pubblica invece l’intero libro, come fu originariamente pensato da Pasternak e dai redattori della Casa editrice sovietica di Stato.
Varrà la pena di notare che la presente traduzione italiana, più fedele e puntuale, ha in molti punti emendato la traduzione francese. In particolare, l’attenzione del lettore sarà certamente richiamata alla cosiddetta “seconda conclusione,” finalmente restituita al suo vero significato: con risultati che gettano una luce nuova sul senso non solo di questo libro, ma anche dello stesso Dottor Živago. Riccamente illustrato da una galleria di ritratti, da una selva di documenti autentici, da un’iconografia puntuale e originale che serve a commentare e a completare il quadro, in queste pagine è offerto un ritratto insuperabile del periodo più affascinante della letteratura russa del Novecento. Il libro va tuttavia letto non tanto come la storia di un cinquantennio, quanto come una confessione privata, il lucido tracciato di una carriera poetica.