Caratteristiche e condizioni:
cm. 22,5 x 14,5, pp. 188, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Contenuto:
«Radio e televisione erano accesi. Poco dopo le nove, fu il frastuono assordante degli elicotteri che si alzavano su Roma a dirmi che tutto era successo. Non resistevo più, non riuscivo a restare in casa. Scesi la breve rampa di scale verso il portone d’ingresso. La strada era silenziosa, deserta. A un tratto scorsi la mia automobile che risaliva con calma via Montalcini. Ora avrei saputo. «Quando l’auto si avvicinò vidi Mario Moretti alla guida, Germano Maccari seduto accanto a lui. Prospero Gallinari li seguiva a piedi. Erano vivi. Illesi. Chiesi: “Com’è andata?”. Bene, bene, tutto come previsto, i nostri in salvo. Eravamo eccitati, e sollevati. Nel bagagliaio c’era una cassa di legno robusta, con due manici. Una volta entrati in garage controllai che in giro non ci fosse nessuno e la alzammo. Era pesantissima. La trasportammo fino in casa, poi nello studio. «Mario e Prospero indossarono dei cappucci, aprirono la cassa. Aiutarono Aldo Moro a uscirne. Era bendato. “Presidente” sentii dire da Mario con estrema cortesia “ha capito chi siamo?” “Ho capito chi siete” rispose Moro.» Anna Laura Braghetti aveva ventitré anni quando fu arruolata a Roma dalle Brigate Rosse per comperare, abitare e gestire l’appartamento di via Montalcini 8 interno 1 nel quale Aldo Moro sarebbe stato imprigionato e ucciso nella primavera del 1978, alla fine di una detenzione durata quasi due mesi. Questo libro e la testimonianza eccezionale di quel che accadde nella «prigione del popolo» dove il presidente della DC trascorse i suoi ultimi cinquantacinque giorni. La vita materiale, i gesti quotidiani, gli echi del dibattito politico nei palazzi del potere, gli interrogatori, le motivazioni e le illusioni delle BR, le ragioni del drammatico esito finale, tutto è raccontato da Anna Laura Braghetti con coraggio e verità. Un libro che ci aiuta come forse mai prima a capire cosa è stata la lotta armata, un documento unico della più grande tragedia italiana del dopoguerra.
Anna Laura Braghetti, romana, studi all’istituto tecnico, un impiego regolare, entra nelle BR nel 1977 e partecipa nel ’78 al sequestro di Aldo Moro come prestanome dell’appartamento dove egli fu rinchiuso. Rimane nelle BR e ne condivide l’attività fino al 1980, quando viene arrestata e condannata all’ergastolo. Oltre a periodi di detenzione in quasi tutti i penitenziari italiani, trascorre quattro anni nel supercarcere di Voghera, in condizioni difficilissime. Lì comincia a maturare il distacco dalle BR e dal progetto di una rivoluzione armata, senza tuttavia collaborare in alcuna torma con l’autorità giudiziaria né accedere ad alcuno sconto di pena Nel 1994 ottiene il permesso di lavorare fuori dal carcere. È tra le coordinatrici di un progetto della Comunità Europea per l’inserimento al lavoro di ex detenuti.