cm. 20,5 x 12,5, pp. 188, brossura, sottolineature a penna, per il resto in buone condizioni.
In questo libro Peter Brown mette a fuoco uno dei punti chiave del costume e della sensibilità dei primi secoli della cristianità, ricostruendo un tessuto continuo tra i fenomeni della superstizione e lo stabilirsi delle pratiche mortuarie e del culto ai santi nella comunità cristiana intorno alle aree cimiteriali e nei santuari.
«Per venerare i santi – dice san Gerolamo, ricordato dall’autore – la città ha mutato sede»: viene così a delinearsi nelle pagine di Brown la storia della comunità urbana e politica, del pubblico religioso, del pellegrinaggio visto nelle sue forme dinamiche, delle reliquie e del «culto dei santi» in senso proprio.
Nella prima parte del libro è ripercorso il passaggio dalla «plebe romana» alla «plebe di Dio», con una particolare attenzione agli aspetti della cristianizzazione di Roma e del mondo antico. Nella seconda si identifica il ruolo del santo come «personaggio dell’invisibile», un personaggio dotato però di fisicità e dal quale promana potenza stabilizzatrice. Ne risulta così, più che un libro di storia antica, un viaggio attraverso mentalità e sensibilità destinate ad affermarsi nelle culture occidentali e a ritmare sino ad oggi la vita degli uomini.