cm. 21,5 x 15,5, pp. 330, copertina rigida con sovraccoperta, sporadiche sottolineature e scritte a penna, per il resto in ottime condizioni.
Il corso dal titolo volutamente generico avvisava de Finetti annunciando nel 1979 queste lezioni all’Istituto Nazionale di Alta Matematica verterà sulle questioni concettuali e controverse in tema di probabilità. E precisava: «Vorrei tuttavia toccare anche altri temi nel quadro di una trattazione unitaria sulla probabilità, sviluppandoli da un punto di vista concettuale più che matematico. Secondo me, infatti, la matematica ha interesse in quanto strumento atto a condensare dei concetti che, anche di per sé, senza la matematica, sarebbero quello che sono».
Questo libro, che è la trascrizione di quel corso, mostra che de Finetti mantenne fede al suo impegno affrontando tutte le principali questioni relative ai fondamenti della probabilità, dalla sua interpretazione fino alla giustificazione delle applicazioni statistiche, in un linguaggio accessibile anche ai non matematici e con uno stile argomentativo informale. Abbiamo così la migliore introduzione a quella concezione soggettivistica della probabilità che, sviluppata da de Finetti negli anni trenta, ha cambiato radicalmente il modo stesso di fare statistica estendendone straordinariamente il campo delle applicazioni riuscite.
Bruno de Finetti (1906-1985) è una delle maggiori figure scientifiche di questo secolo. Nelle conferenze tenute all’Istituto Poincaré nel maggio del 1935 dà solido fondamento alla concezione soggettivistica della probabilità con il suo teorema di rappresentazione. In quegli anni lavora per le Assicurazioni Generali a Trieste. Solo a partire dal 1947 si dedica completamente all’insegnamento, prima presso l’università di Trieste, poi a Roma. La sua opera più importante è Teoria delle probabilità (1970); gli articoli fondamentali sono stati riuniti dal Saggiatore in La logica dell’incerto (1989).