cm. 21 x 13,5, pp. 328, brossura con sovraccoperta, fascetta editoriale conservata, in ottime condizioni.
In Polonia, per Leopold Buczkowski, si è fatto il nome, forse non a torto, di Faulkner. Comunque il parallelo fra i due potrebbe indurre a fraintendere l’autore polacco. Se dietro il romanzo di Faulkner è sempre possibile reperire il sapore puritano e la presenza ossessiva del senso del peccato, strutture di fondo che reggono i personaggi dello scrittore americano, in Buczkowski l’agitarsi della scrittura, gli allucinanti episodi di violenza, gli orrori si ricompongono poi in una visione di una umanità perseguitata e sofferente che non allude a nessuna condizione se non a quella atroce del dominio nazista. Polacchi, Ebrei, Tedeschi, Ucraini, sono travolti, appunto, nell’oscuro torrente nero; la distruzione e il massacro d’interi villaggi ebrei e polacchi. Il clima allucinante è esaltato dal susseguirsi di capitoli apparentemente disarticolati tra loro: la cronaca dei fatti ci appare come sottintesa, raccontata allusivamente da un’umanità che sembra guardare all’assassinio, alla crudeltà e alla morte come a uno scenario della propria memoria.