cm. 21 x 14,5, pp. 464, brossura, in ottime condizioni.
L’autore di questo libro è stato legato ad Alamein da uno strano destino: sin dal lontano 1933 visitò quel luogo, che allora era soltanto un nome sulle carte geografiche, in veste di turista, senza immaginare che dieci anni dopo avrebbe in quello stesso luogo partecipato a una delle piú grandi battaglie dell’ultimo conflitto, e ancora piú tardi, per più di un decennio, sarebbe vissuto nel deserto intento a una paziente e pietosa missione, quella di riconoscere le salme dei nostri caduti, ora raccolti nel Sacrario che sorge a q. 33 di Alamein e che custodisce le salme di oltre 5000 soldati italiani caduti in obbedienza al senso del dovere e dell’onore militare.
Tutti quegli anni passati laggiú e, diciamo cosí, la parte di vita spesa tra le sabbie, hanno concesso a Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo il diritto di parlare con assoluta autorità e competenza su Alamein. Ma, bisogna dirlo subito, gli accenni direttamente autobiografici in questo volume sono piuttosto pochi, e soltanto quelli necessari. Il vero protagonista è un battaglione italiano che fu all’epicentro del grande ciclone guerresco, e tra le pagine si incontrano migliaia di personaggi, italiani, inglesi, tedeschi e australiani.
Dopo la fine della guerra il battaglione è ridotto a due uomini, il comandante e un gregario, che ne portano l’uniforme sotto l’antica bandiera. La lotta dei carri corazzati e degli aerei a tuffo è finita, non così l’insidia dei campi minati che continuano a ferire e a uccidere, e per i due superstiti ne comincia un’altra, forse più dura: la lotta contro i burocrati, i politici e gli affaristi che vorrebbero speculare sulla miseria e sul dolore. Renato Chiodini, curioso tipo di artigiano milanese, coraggioso, generoso e intelligente, ha voluto raggiungere il proprio comandante per “dargli una mano” ancora una volta. L’autore ha impersonato durante le due guerre mondiali e il periodo intermedio una nobile e complessa tradizione: soldato e ingegnere in quattro continenti, umanista, esploratore, artista e scrittore. Ma la lunga missione solitaria ad Alamein gli ha conferito un raro titolo di nobiltà e di fama.