cm. 18,5 x 13,5, pp. 118, brossura, in buone condizioni.
Da Tricarico ancora un messaggio: dopo Rocco Scotellaro, autore di Contadini del Sud, un Canonico, don Nicola Calbi, teologo della Cattedrale, mette ora a disposizione di tutti, cristiani e non cristiani, il suo originale contributo per la costruzione di una nuova società, che Egli vede fondata su un “nuovo” socialismo di origine biblica.
E’ facile prevedere che questo libro non mancherà di suscitare polemiche: noi stessi, di orientamento cattolico, abbiamo non poco meditato sull’opportunità o meno di darlo alle stampe.
Se infine lo abbiamo fatto, lo è stato per tre motivi: primo, perché l’Autore si assume interamente e personalmente la responsabilità delle sue tesi; secondo, perché osiamo sperare che nessuno, del mondo cattolico, sia politico che gerarchico, ci vorrà accusare di esserci prestati a pressioni di parte avversa, pressioni che non vi sono state e che noi non avremmo in alcun modo accettato; terzo, perché pur avanzando le nostre riserve sul modo come l’Autore, ad esempio, liquida la funzione che ha avuto e, crediamo, può ancora avere la Democrazia Cristiana nell’ambito della società italiana – pensiamo che nessuno potrà mettere in dubbio la fede sincera e la pietà profonda di questo sacerdote di 33 anni, il quale trae appunto dalla teologia biblica e dal Vangelo la forza di esprimere le sue personali opinioni, spiacevolmente critiche, nei confronti della fede ufficiale e di un certo insegnamento gerarchico.
La tesi dell’Autore è che se la cristianità avesse accettato passivamente gli insegnamenti e le remore poste alla crescita umana dai Papi, come Pio VI, Gregorio XVI, Pio IX, Pio X, ecc., certamente il mondo non avrebbe fatto quelle conquiste umane quali la libertà di coscienza, la laicità dello Stato, e così via, i cui germi solo ora, col Concilio Vaticano secondo, la teologia comincia a scoprire nel Vangelo.
Le pagine di questo libro, nella loro semplicità, faranno certamente meditare molte persone, chierici e laici, le quali vengono sollecitate a rendersi conto che ogni divisione dei cattolici dal resto del mondo ed anche la loro unità politica che li divide dagli altri li priva della propria autentica vocazione di essere lievito per la crescita di questi verso Cristo.
Questo libro viene da noi presentato al pubblico dei lettori come un fatto culturale: presentandolo in questa luce respingiamo sin d’ora ogni tentativo di strumentalizzazione a fini politici, da parte di chicchessia, e lo consideriamo perciò non un punto d’arrivo ma un punto di partenza, utile per l’ulteriore sviluppo di una visione autenticamente cristiana della realtà italiana.