cm. 22,5 x 13,5, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Chi sono gli ebrei? Perché sono stati perseguitati? Come è possibile che, unico forse tra i popoli antichi, siano riusciti a sopravvivere, dispersi, per duemila anni e abbiano addirittura fondato nuovamente il loro Stato? E ancora: da quanto tempo sono considerati uguali agli altri in Italia? Come vivevano a Roma, a stretto contatto con l’autorità papale? Quali sono le loro caratteristiche culturali e religiose? Come è nata la leggenda dell’ebreo errante?
Sono solo alcuni degli interrogativi affrontati in questo libro, uscito per la prima volta nel 1987 e ancora di bruciante attualità, che ripercorre venti secoli di storia della diaspora: dalla conquista romana della Giudea ad opera di Pompeo alle soglie del Novecento. È una storia di uomini, di idee, di lotte e di sconfitte, di sfide intellettuali ed esistenziali, con una peculiarità: è tutta vera.
Nella ricostruzione proposta da Riccardo Calimani emerge non solo il destino dell’ebreo, ma in controluce anche un insolito ritratto dell’Europa cristiana, dove si muovono figure note e meno note: apostoli e crociati, papi e inquisitori, rabbini e marrani, ambigui messia e cabbalisti, filosofi e chasidim, assimilati e sionisti, miseri straccivendoli e potenti Rothschild. Sullo sfondo, pestilenze, espulsioni, autodafé, pogrom, ghetti, prese di coscienza e crisi di rifiuto, solidarietà e tradimenti, orgoglio e disperazione.
Una lettura che vuole offrire utili elementi non solo per comprendere la condizione psicologica dell’ebreo di ieri e di oggi – il cui emblema per eccellenza è quell’eterno fantasma chiamato «l’ebreo errante», simbolo ora positivo dell’inquietudine spirituale e dell’instancabile ricerca delle proprie radici, ora negativo dell’opportunismo e del parassitismo, ma anche le contraddizioni del mondo cristiano. Non con risposte definitive, ma con l’intento di aiutarci a capire il senso dei terribili avvenimenti del Novecento