3 voll., cm. 17,5 x 11, copertina rigida con acetato ed astuccio, in ottime condizioni.
Edizione diretta da Claudio Milanini a cura di Mario Barenghi e Bruno Falcetto. Prefazione di Jean Starobinski.
“Il fascino del narrare è un dato primordiale in Calvino. Quanto ci ha detto della sua infanzia, quanto ci è noto delle sue letture o delle prime pagine che ha scritto, non può lasciare alcun dubbio. Egli è stato affascinato da tutto ciò che lo faceva assistere a una storia: libri illustrati, film, racconti. E presto si è accinto a raccontare delle storie a se stesso e ha provato il desiderio di comunicarle agli altri.
Storie, vale a dire momenti che si concatenano, avvenimenti che si dispongono nella durata, che fanno apparire e scomparire personaggi, ai quali capita di sentire, di volere, d’agire, di subire tutto ciò che l’immaginazione o la realtà possono assegnare a esseri come siamo noi. Storie, vale a dire mondi e vite simili ai nostri, e tuttavia completamente diversi, perché hanno luogo altrove, nello spazio della rappresentazione, e ci vengono offerti solo nel suono della voce, sulla pagina bianca, o sulla tela dello schermo – sempre destinati, per quanto vivi siano, ad essere soltanto segni e simulacri.”