cm. 24 x 17, pp. 272, brossura, in condizioni molto buone.
Il testo discute di un volume che presenta un’antologia di lavori di grafici italiani, rappresentanti di diverse generazioni. Questa raccolta di opere viene descritta come una serrata ricognizione critica del settore, che offre una visione complessiva delle competenze progettuali e creative presenti in Italia. Il testo sottolinea che la grafica italiana è un paesaggio variegato e sfumato, rappresentato attraverso autoritratti e autoscatti dei grafici stessi. Le opere presentate mostrano profilo, dettagli, rilievo e sezioni, con diverse atmosfere e stili, e ogni grafico offre la propria rappresentazione all’interno di uno spazio discorsivo omogeneo. Il risultato finale è paragonato a un film montato attraverso sequenze di fotogrammi autonomi. Tuttavia, il testo afferma che non è più possibile parlare in modo ingenuo della “grafica italiana” a causa dei rapidi processi di trasformazione dell’attività progettuale e delle complesse interazioni globali e digitali che hanno influenzato il settore. Il termine “grafica” è diventato così ampio da renderlo ambiguo, e l’autonomia raggiunta da questa disciplina è stata accompagnata da una diversificazione delle sue prestazioni. Pertanto, includere tutto indistintamente nel concetto di “grafica italiana” diventa problematico.