cm. 24,5 x 18, pp. 200, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
L’uso dei mezzi pubblici, in particolare dei treni, viene spesso semplificato alla sola considerazione dell’efficienza energetica, trascurando il suo vero significato che, per il bene del nostro ambiente e del nostro Paese, dovrebbe essere considerato come un aspetto culturale e un segno di elevata civiltà.
Questo libro rappresenta, secondo me, un notevole contributo alla promozione di una coscienza civile collettiva. In un periodo in cui è di moda disprezzare il passato e le esperienze altrui, e in generale si mostra indifferenza verso i valori umani fondamentali, è sorprendente leggere queste pagine scritte da giovani che dimostrano rispetto e, oserei dire, amore per il lavoro delle generazioni precedenti, per le loro fatiche, le loro gioie e i loro drammi. L’uomo viene considerato nella sua vita e nelle sue necessità, inserito nella comunità come obiettivo primario di ogni azione.
La storia della ferrovia Porrettana, raccontata con uno stile giornalistico, è ricca di informazioni frutto di una meticolosa ricerca bibliografica e di un’intervista affettuosa ma incisiva che attinge dai ricordi personali e altrui. A tratti, si spinge oltre il passato e guarda al futuro in “sogni ad occhi aperti” che spesso rappresentano anticipazioni e intuizioni della realtà futura, soprattutto per i giovani.
Riconoscendo i limiti attuali della “Porrettana” e lodando la sua importanza, emerge l’immagine di una linea “rivista” in chiave moderna, con una funzione multifunzionale come arteria di collegamento tra le valli e come collegamento transappenninico. Ai giovani autori va il nostro ringraziamento per il loro proficuo lavoro e i nostri auguri per le loro visioni del futuro.