Caratteristiche e condizioni:
cm. 20 x 12, pp. 242, brossura, in buone condizioni.
Contenuto:
Il 10 febbraio 1947, la vita di Maria Pasquinelli, insegnante e laureata in pedagogia, fu segnata da un tragico evento a Pola. In quella stessa giornata, a Parigi, veniva ratificato il trattato che cedeva numerosi territori dall’Italia alla Jugoslavia, tra cui Fiume, Zara, le isole della Lagosta e Pelagosa, l’alta valle dell’Isonzo, gran parte del Carso triestino-goriziano e dell’Istria. Tale data è stata successivamente riconosciuta come giorno della memoria per le comunità italiane colpite dai cambiamenti territoriali.
Quel giorno, Maria Pasquinelli commise l’omicidio del generale inglese Robin W. M. de Winton. Sebbene l’atto omicida sia universalmente condannabile, le circostanze particolari di questo caso hanno talvolta suscitato sentimenti contrastanti, tanto che il gesto di Pasquinelli è stato percepito come eroico da alcuni. Tuttavia, a differenza di figure come Guglielmo Oberdan, Nazario Sauro, Giuditta, Giovanna d’Arco o Charlotte Corday, che hanno guadagnato ammirazione per aver combattuto contro i loro nemici, Pasquinelli non ha ricevuto la stessa celebrazione.
La vicenda di Maria Pasquinelli offre un’occasione per esaminare un evento tragico da una prospettiva alternativa e per esplorare i temi complessi delle reazioni diverse che possono emergere di fronte a gesti estremi. Un libro su questo episodio si propone di approfondire tali tematiche, analizzando le sfumature delle percezioni sociali e le motivazioni che possono spingere individui come Pasquinelli a compiere atti così estremi.