cm. 20,5 x 12, pp. 384, copertina rigida con sovraccoperta, lievi segni di usura, in buone condizioni complessive.
Partir dall’Europa per andare a fare in Africa un buon carico di schiavi da rivendere con onesto profitto ai coloni della Colombia – commercio, quello, che allora non aveva nulla di illegittimo ed al quale si dedicavano fervorosamente tutte le nazioni marittime della Cristianità – e andare a finire prima al Perù e al Messico e poi, attraverso il Pacifico, alle Filippine e di lì, toccando il Giappone e l’India, tornar dopo nove anni in patria avendo compiuto per primo come privato il giro del mondo, ecco un’impresa davvero straordinaria e memorabile che mette il pacifico mercante toscano che fu Francesco Carletti al pari dei più audaci e di lui più celebri circumnavigatori del globo, E questo viaggio è stato fatto senza l’aiuto e la protezione di un Governo, anzi destando l’ira e le persecuzioni di due Stati monopolisti, muovendo di tappa in tappa, vendendo, comperando, ridendo, affrontando pericoli e pene d’ogni sorta, senza sosta e senza scoramenti, con una padronanza di sé stesso, una fermezza ve una calma che stupiscono. Fra tanti travagli, il mercante, che era fiorentino e arguto osservatore. teneva gli occhi aperti sulle strane cose che vedeva e studiava, e trovava il tempo di prendere note. registrare episodi, fare considerazioni dirette ed espressive che, riunite in un quaderno di «Ragionamenti», costituiscono una delle più fresche, piacevoli e dilettose letture che si possano desiderare. Era tempo che un maestro di audacia e di energia come il Carletti riprendesse contatto con la nostra generazione che riconosce in lui un antesignano della nostra razza e della nostra espansione nel mondo.