cm. 24 x 17, pp. 128, brossura, in condizioni molto buone. Dedica autografa dell’autrice.
Verso la fine del XIX secolo e nei primi anni del ‘900 furono presentate alla i.r. Luogotenenza numerose richieste di bagni popolari, ma nuove opere foranee e costruzioni marittime-portuali modificarono le rive e comportarono l’eliminazione di alcuni bagni storici. Giunsero all’i.r. Governo marittimo suppliche e petizioni dei cittadini per evitare la cancellazione di questi siti: furono salvati soltanto il bagno pubblico “Lanterna” e il “nuovo Bagno militare”.
Lo stabilimento balneare “AUSONIA” che sorge sull’area demaniale della Riva Traiana, è il risultato della fusione di due bagni storici.
Il “nuovo bagno militare” sorto nel 1909, costruito completamente in legno, viene ampliato e ristrutturato nel dopoguerra dall’arch. S. Franceschina e successivamente destinato anche ai civili con la denominazione di “Stabilimento Balneare Savoia”. Negli anni trenta, quando l’architettura italiana vive un momento particolarmente importante (1933/ V-Triennale), l’impresa di costruzioni “GHIRA” mette in opera lo stabilimento balneare “AUSONIA” realizzando la struttura in cemento armato sostenuta da “pilotis”. I nuovi sistemi costruttivi permettono nuovi livelli prestazionali anche per gli edifici a carattere sportivo-balneare. Oltre che come bagno marino l’Ausonia nasce con destinazione elioterapica e natatoria. Il nuoto all’epoca era considerato uno dei più importanti esercizi fisici per il suo carattere utilitario, igienico e dilettevole. La presenza di una vasca natatoria (50 m x 25 m) conferisce allo stabilimento la prima categoria e dà opportunità per importanti manifestazioni sportive.
I due bagni “Savoia” ed “Ausonia” si fondono (1936) in un corpo unico raccordato da pontili per diventare un unico stabilimento balneare ribattezzato “BAGNO AUSONIA”. Nell’agosto del 1954 una violenta mareggiata causa gravi danni alle strutture e l’impresa Scarpa (ing. Scarpa e arch. Zocconi) ristrutturò e ampliò lo stabilimento. Interventi successivi non ne hanno alterato l’identità storica e resta tuttora un bagno frequentatissimo dai cittadini triestini.