6 voll., cm. 21,5 x 15,5, copertina rigida con sovraccoperta, in condizioni molto buone.
Gli anni tra il 1926 e il 1929 sono caratterizzati, nella Russia sovietica, da un intenso dibattito politico ed economico all’interno del partito, e in tutto il paese. Nel maggio 1929, il V Congresso dei Soviet, che avviava effettivamente l’ampio programma di industrializzazione, sembrò fornire un punto d’arresto al lungo travaglio. Invece gli avvenimenti degli ultimi mesi di quello stesso 1929 portarono alla collettivizzazione forzata dell’agricoltura, poi annunciata nei primi giorni del 1930, che, sebbene fosse in un certo senso un corollario del piano, aprì una fase nuova e disperata della storia sovietica.
«Da un punto di vista politico – scrive Carr, che in questo volume si è valso della collaborazione di R. W. Davies, dell’Università di Birmingham – la sconfitta dell’ultima vera opposizione, “la deviazione di destra”, nella primavera del 1929, segnò l’insediamento della dittatura incontrastata di Stalin, la quale ebbe la propria consacrazione nel dicembre seguente, in occasione del suo cinquantesimo compleanno».
C’è anche un altro aspetto che fa della primavera 1 929 una pietra miliare per la storiografia sull’Unione Sovietica. Fino a quella data le principali questioni politi- che erano dibattute negli organismi dirigenti del partito, ed è possibile per lo storico di individuare e valutare le tesi delle parti. Dopo di allora, sebbene siano chiari i motivi pressanti che portarono a intraprendere la collettivizzazione forzata dell’agricoltura, poco si sa delle discussioni all’interno del partito e delle proposte dell’opposizione. In seguito questa nebbia avvolgerà totalmente la politica sovietica degli anni trenta, e in coincidenza con l’impossibilità di far procedere la ricerca avrà termine il disegno della monumentale Storia della Russia sovietica, cui Carr lavora da oltre vent’anni.