cm. 29,5 x 21, pp. 92, brossura, in ottime condizioni.
Come capita in tutti i musei di interesse locale, anche nei Musei provinciali di Gorizia sono confluiti nel tempo i documenti più disparati e più singolari della storia cittadina, che – spesso per un estremo scrupolo dei proprietari – solo casualmente non sono finiti al macero e sono stati affidati, invece, a quella nicchia protettiva, a quel provvido ripostiglio che per la gran parte della gente rappresenta l’unica funzione esercitata dal museo cittadino. L’Archivio documenti di storia patria di Gorizia si è formato in buona parte in questo modo, attraverso una progressiva aggregazione di fascicoli privi di qualsiasi legame, se non quello di appartenere alle vicende storiche di questa città e di testimoniare eventi e uomini che forse non avrebbero avuto altre possibilità di essere ricordati. Fino a non molto tempo fa si poteva definire questo fondo “una miscellanea di documenti, manoscritti, fotografie, ecc. raggruppati sommariamente per soggetto e serviti solo da un elenco”, come si può leggere in atti custoditi nel museo, e che, per di più, aveva subito anche i danni di una rovinosa alluvione finendo sott’acqua, il 17 ottobre 1983, assieme ad altri materiali collocati al pianterreno di palazzo Attems. Forse fu quella l’occasione che consentì di valutare l’importanza e l’utilità delle cosiddette “mappe” e che mise le basi per il loro definitivo riordino.
Da “cenerentola” dell’Archivio Storico Provinciale, ricco di fondi molto più importanti per la storia di Gorizia e del suo territorio, questa raccolta è così assurta a una notevole considerazione presso gli studiosi, specialmente da quando è cresciuto l’interesse per l’Ottocento e per certi aspetti della storia sociale e politica di quest’area. Ma è stata una fonte preziosa anche per le più diverse ricerche condotte nell’ambito di attività museali, tra cui va ricordata in primo luogo la ristrutturazione del Museo della Grande Guerra (1990), per cui si è largamente attinto ai materiali che si riferiscono a quel periodo.
E non si possono trascurare nemmeno gli apporti dati dall’Archivio documenti di storia patria a due mostre strettamente inerenti come “La presa di Gorizia. Immagini, documenti, memorie” (1986) e “L’arma della persuasione. Parole e immagini di propaganda della Grande Guerra” (1991), che hanno fatto conoscere molte carte inedite di particolare interesse. La maggior parte delle pubblicazioni sulla Gorizia del secolo scorso fa riferimento all’Archivio documenti di storia patria: si pensi al bel libro curato da Lucia Pillon intitolato “Ottocento goriziano” (1991), ma anche ai numerosi lavori di Luciano Spangher o al volume sulla storia del Liceo classico cittadino. Non meno importante è il contributo di questo archivio alla storia del Novecento: a tale proposito si deve citare il catalogo della mostra “Frontiere d’avanguardia. Gli anni del Futurismo nella Venezia Giulia” (1985) che ha potuto contribuire con tanta ricchezza di dati alla ricostruzione dell’avanguardia storica giuliana grazie alle tre cospicue “mappe” di documenti pervenute col lascito Pocarini. È motivo di autentica soddisfazione, perciò, mettere a disposizione di tutti gli studiosi e dei tanti cultori di storia locale questo inventario a stampa dell’Archivio documenti di storia patria, che riserva ancora un’infinità di notizie a chi vuole approfondire gli ultimi due secoli di storia goriziana.
A Lucia Pillon va riconosciuto il merito di essersi accostata con competenza, spirito di servizio e intelligenza a queste carte e di avere dato un assetto ordinato e logico, per quanto possibile, alla raccolta, formando un insieme che rappresenta, anche nei suoi “vuoti”, uno specchio fedele della tormentata storia goriziana, del carattere e delle aspirazioni di questa città.