Caratteristiche e condizioni:
cm. 22 x 15, pp. 534, brossura, nota di possesso a penna, in ottime condizioni.
Contenuto:
A destra del fascismo propone una visione complessiva del pensiero politico di Julius Evola, la figura intellettuale più rilevante della destra radicale italiana e internazionale, dal 1925 al 1974. Eccentrico l’itinerario evoliano fra le due guerre: dall’idealismo al tantrismo, dall’«imperialismo pagano» al tradizionalismo guénoniano, dal razzismo «totalitario» al cospirazionismo antisemita, dai legami con Preziosi e Farinacci alle simpatie per Himmler e le SS.
Ma anche nel secondo dopoguerra, Evola rappresenta un punto di riferimento per l’universo di destra, soprattutto per le sue generazioni più giovani. La critica al «nostalgismo» del Movimento Sociale Italiano, l’individuazione di modelli politico-esistenziali (l’eroismo guerriero jüngeriano, l’apolitía, l’anarchia di destra), la teorizzazione di un «Sessantotto di destra», la denuncia dell’«americanizzazione» della modernità fanno di Evola il padre spirituale tanto dell’extraparlamentarismo di destra (soprattutto Ordine Nuovo) quanto della Nuova Destra degli anni successivi.
Fino all’attualità, stretta fra le celebrazioni di Alleanza Nazionale e i richiami ideologici di Forza Nuova. Filo conduttore della ricerca è il carattere metapolitico del tradizionalismo evoliano, nella sua costante oscillazione fra la prospettiva inattuale e metafisica e l’interventismo ideologico-politico, fra il pessimismo legato all’idea guénoniana e spengleriana della decadenza del mondo moderno e l’ottimismo insito nella volontà di restaurare la grandezza perduta delle Origini.