cm. 24 x 22, pp. 254, brossura, in ottime condizioni.
Nel giugno 1977 a Venezia, nel corso del convegno internazionale chiamato a preparare l’edizione 1978 della Biennale arti visive, studiosi e critici di ventisei paesi così motivarono la scelta del tema centrale dalla natura all’arte e dall’arte alla natura: “Questa problematica apre delle possibilità di partecipazione sia alle nazioni altamente industrializzate sia ai paesi che presentano situazioni diverse dal punto di vista sociale storico e culturale. Si farà dunque riferimento a quelle tendenze di creatività che operano con la natura. Sarà interessante documentare come gli artisti trattano la natura nelle sue varie forme, forme estetiche, sociali, economiche e sociologiche, servendosi di ogni mezzo di espressione. Ciò permetterà anche di presentare artisti che non sono abitualmente visti in un contesto internazionale”. Questa breve dichiarazione chiarisce in modo esplicito gli intenti tematici. Per la prima volta nella storia della Biennale di Venezia si è lavorato su un progetto elaborato e messo a punto da un collettivo internazionale. È un tema che corrisponde a un nodo problematico della cultura contemporanea che ha impegnato particolarmente gli ultimi anni di ricerca, anni in cui si è vista la tradizionale nozione di natura scomposta, con utile ferocia, in tutti i suoi aspetti.
La prima metà del 1978 è stata tragica per l’Italia. Si reagisce svolgendo, fino all’ultimo, i compiti che le diverse responsabilità affidano a ciascuno. È con questo spirito di servizio e con questa tenacia che la Biennale, nonostante gravissime difficoltà, ha deciso di mantenere i propri impegni assicurando la continuità alla parte più antica e più internazionale delle sue manifestazioni. Si è preparata una Biennale di emergenza in una realtà italiana di emergenza.