cm. 24,5 x 17, pp. 80, brossura, in ottime condizioni.
Una volta, viaggiare verso Fiesole da Firenze era un’impresa faticosa. Si procedeva a cavallo o su una carrozza trainata da buoi, sudando sotto il caldo sole o lottando contro i venti freddi del nord. Era un vero viaggio, e le persone di rango preferivano vivere a Firenze anziché a Fiesole. Tuttavia, ogni tanto, il vescovo della collina lasciava la città per raggiungere la sua chiesa all’aperto.
Successivamente, con l’apertura di una nuova strada accessibile ai veicoli, venne introdotto il servizio di diligenze. Le vetture partivano dalla piazzetta presso la Misericordia, con un vivace tintinnio dei campanelli e il fruscio delle fruste. Si viaggiava a un buon passo fino a Piazza S. Marco, poi si rallentava per caricare altri passeggeri. Durante la salita verso Fiesole, si procedeva al passo, attraversando le mura delle ville. I passeggeri si addormentavano leggermente cullati dal movimento, mentre quelli seduti sull’imperiale cercavano di schivare i rami degli ulivi che si estendevano dai campi. Nella breve discesa dalla villa Guadagni a S. Domenico, si faceva un breve e veloce trotto, che scuoteva la vettura e faceva fremere i passeggeri. A S. Domenico, i cavalli riposavano mentre si scambiavano chiacchiere con gli abitanti del luogo e si combatteva contro le mosche fastidiose.
Infine, si riprendeva il viaggio al passo, senza tentare di trottarvi. Il cocchiere scendeva dalla carrozza per dimostrare che, se i passeggeri avessero seguito il suo esempio, sarebbero arrivati più rapidamente e con un viaggio più confortevole. Alcuni passeggeri accettavano, ma i più corpulenti facevano finta di non sentire. I volontari si stancavano rapidamente e tornavano sui loro posti dopo un paio di curve. Il cocchiere richiedeva un compenso per i suoi cavalli e faceva soste frequenti, quasi più numerose della Via Crucis, ogni volta che trovava un sasso da mettere sotto le ruote.
Non c’erano assassini o briganti da temere lungo il percorso, ma c’era un battaglione di mendicanti che conoscevano bene i punti strategici in cui potevano essere più insistenti. C’erano ciechi, storpi e persone provenienti dagli ospedali di tutta la Toscana, padri di figli orfani e vittime di incidenti miracolosi.