cm. 20,5 x 13, pp. 288, copertina rigida, scritte a penna alla sguardia, per il resto in buone condizioni.
L’inverno del 1946, a Milano, fu freddissimo: i mucchi di neve rimasero fino ad aprile, per le strade e nei cortili pieni di macerie. In quei lunghi mesi di gelo e di grigio, Camilla pone mano alla ricostruzione della casa e della famiglia nel grande stanzone sottotetto, diviso dalle sottili pareti di stuoia. Ma le speranze sono esili e la morsa del gelo è implacabilmente serrata su questa famiglia così fragile: il marito è scomparso chissà dove dall’inizio della guerra, le figlie sono impetuosamente cresciute alla femminilità, c’è una bambina e sua madre, piovute come dal cielo, una giovane coppia insicura, un ragazzo incerto. E intorno gravitano due oscure figure: il misterioso Enzo, che pare sapere già tutto, anche l’amaro destino di Alba; e il Rosso, sottilmente inquietante e possessivo. Ma domina il personaggio di Camilla, singolarmente delineato come una fitta, ricca tela tessuta con tutti i fili di tutte le altre storie. Splendido frutto della magistrale immaginazione dell’autrice di Cortile a Cleopatra e Ballata levantina, che torna al romanzo dopo cinque anni di silenzio.