Caratteristiche e condizioni:
cm. 26 x 21, pp. 192, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
L’Ospedale psichiatrico di San Giovanni di Trieste è stato, negli anni ’70, gli anni di Franco Basaglia, un luogo unico nel quale non solo i pazienti e i loro familiari, non solo i medici e gli operatori, ma anche migliaia di persone hanno assistito a una grande rivoluzione politica, sociale e culturale. La parte più viva della società civile, quella maggiormente sensibile alle profonde trasformazioni che l’Italia stava vivendo in quegli anni, ha sostenuto con la sua partecipazione attiva la chiusura dei manicomi come luoghi di reclusione e di punizione, ha voluto che ai degenti venisse restituita la dignità di persone, riconosciuta la sofferenza.
Migliaia di giovani, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, hanno partecipato alle continue manifestazioni organizzate all’interno delle mura dell’Opp, ai concerti, ai dibattiti. In tanti erano presenti il giorno in cui la grande statua di Marco Cavallo è stata portata fuori delle mura del manicomio, simbolo della caduta di una barriera fisica e mentale. Si può dire che quell’esperienza ha segnato profondamente una parte della generazione che, negli anni ’70, si è affacciata all’impegno sociale e politico, oggi cittadini consapevoli dei diritti civili e classe dirigente.
Ma il protagonista indiscusso di quella stagione è stato Franco Basaglia. Senza la sua preparazione medica, la sua profonda umanità, il suo carisma e, diciamo pure, la sua testardaggine, l’Italia non avrebbe avuto la legge 180, la fine cioè della reclusione dei malati di mente e l’organizzazione della loro cura e assistenza sul territorio. Quella di Basaglia a Trieste è stata un’esperienza scientifica e umana straordinaria, che ha segnato una svolta storica nell’atteggiamento dei medici e della società nei confronti della sofferenza psichica, come oggi è riconosciuto non solo in Italia ma in tutto il mondo.
Senza la personalità intellettuale di Franco Basaglia sarebbe impensabile il rinnovamento della psichiatria degli anni ’70, ma quel rinnovamento sarebbe altrettanto inconcepibile senza l’opera che egli ha potuto compiere proprio in Friuli Venezia Giulia, prima a Gorizia e poi a Trieste. Vista dall’esterno, la Trieste degli anni ’70 poteva apparire una città conservatrice, chiusa, ancora incapace di superare le tragedie del confine orientale e le divisioni della guerra fredda. Eppure è proprio a Trieste, nelle istituzioni locali e nella società civile, che le idee nuove di Basaglia hanno trovato ascolto, incoraggiamento e sostegno. È proprio a Trieste che Basaglia ha potuto aprire quella breccia che gli ha consentito di portare fino in fondo la sua rivoluzione.
L’esperienza condotta nell’ospedale psichiatrico di San Giovanni negli anni ’70 ci viene adesso restituita intatta nel racconto per immagini che Claudio Ernè ha voluto proporre in questo volume, assieme alle voci di alcuni dei protagonisti. Ernè è stato un testimone appassionato di quelle vicende: ecco perché le sue bellissime fotografie sono ancora capaci di trasmetterci le emozioni, le speranze e le sofferenze di un’indimenticabile stagione.
A 25 anni dalla scomparsa, Viola_cronache dal manicomio negato vuole essere un doveroso omaggio a Franco Basaglia e alla sua capacità di innovare, alla sua lezione di umanità e di impegno civile. Trieste non ha dimenticato.