Caratteristiche e condizioni:
cm. 23 x 15, pp. 214, brossura, alcuni segni ed annotazioni a matita, in condizioni molto buone. Dedica autografa dell’autore.
Contenuto:
Dopo essere stata grande porto dell’Impero Austro-Ungarico e “bastione nazionale” per la politica di potenza del fascismo, dal secondo dopoguerra è iniziata per Trieste una “terza storia”: una storia travagliata, spesso contraddittoria, alla ricerca di una difficile identità culturale, dove i complessi problemi locali si intrecciano con le vicende nazionali e internazionali.
Corrado Belci ha vissuto questa storia in prima persona e ora ripercorre le tappe principali: dall’occupazione jugoslava all’avvento del Governo Militare Alleato, dalla ratifica del Trattato di Pace (1947) con la perdita dell’Istria e il mancato Territorio Libero di Trieste, all’entrata delle truppe italiane, al Trattato di Osimo e fino ai nostri giorni. Intesse la trama di ricordi, di episodi poco conosciuti, di testimonianze inedite. Si tratta spesso di avvenimenti dolorosi, segnati da un lato dai delicati rapporti di convivenza con gli sloveni, e dall’altro dal difficile inserimento nella vita economica e nazionale, il segno delle incomprensioni con Roma e dei permanenti antagonismi con il mondo circostante.
Le profonde lacerazioni lasciate da questa storia trentennale sono tutt’altro che rimarginate: Trieste continua ad essere una città “difficile”, una città di frontiera. Ma, paradossalmente, proprio in questa identità conflittuale della sua città, Belci individua un nuovo ruolo positivo per Trieste: abbandonate le antiche ambizioni di “grande capitale europea”, Trieste può veramente trasformarsi da trincea di difesa in ponte di comunicazione e di dialogo con la Mitteleuropa e il mondo slavo. Questo sarà forse l’importante destino storico di Trieste.