cm. 23,5 x 17, pp. 88, brossura, in ottime condizioni.
Gli spruzzaprofumi, erogatori di profumo vaporizzato, sono stati eleganti oggetti del mondo femminile a cominciare dall’Ottocento, vivendo una loro stagione di gloria. Chi non li ricorda troneggiare sul como delle nostre antenate con la loro bella pompetta in vista? Ai giorni nostri costituiscono meta di un raffinato collezionismo. A contrappuntare la storia dell’arte profumiera dei millenni passati, sono stati i loro lontani “confratelli”, vasetti, flaconi, ampolle, boccette, realizzati con vari materiali, dal legno all’osso, alla ceramica, al vetro, ai metalli, come testimoniano i reperti rinvenuti nel corso di scavi archeologici e conservati nei più celebri musei del mondo. Sono oggetti che hanno un denominatore comune, l’habitus, il “vestito”, ovvero una loro presentazione più o meno preziosa ed elaborata, in rapporto alle epoche storiche, agli stili e alle mode che li hanno contraddistinti nonché alle varie contingenze socio-economiche di questo o quel paese, al fine di renderli il più possibile appetibili ed accatti vanti.