cm. 20 x 22,5, pp. 166, copertina rigida, in ottime condizioni.
Il collegamento tra la città di Bologna e alcuni paesi della provincia veniva garantito in passato tramite una ferrovia a scartamento ridotto o normale, sulla quale la locomotiva “mariana” o “marianeina” trainava due o tre vetture a terrazzino. Le stazioni erano posizionate vicino alle porte della città: la Bologna-Pieve di Cento e la Bologna-Malalbergo si trovavano subito dopo il ponte di Galliera, mentre la Bologna-Imola era situata in Viale Ercolani, tra Porta Mazzini e Porta San Vitale. La stazione della Bologna-Vignola era originariamente situata in Piazza Malpighi, successivamente spostata sul Viale Aldini.
Purtroppo, l’ultima guerra ha causato la cancellazione definitiva di stazioni, materiale e infrastrutture ferroviarie. Dalla primavera del 1945 in poi, la ricostruzione non è stata possibile per alcune di queste linee, e nel corso di quindici anni la gomma ha gradualmente sostituito le rotaie come sistema di trasporto, poiché risulta meno ingombrante e più flessibile. Attualmente, l’unica ferrovia ancora in servizio per il trasporto passeggeri è la Bologna-Portomaggiore, gestita dalla Società Veneta, con una stazione situata fuori da Porta Zamboni. La ferrovia Casalecchio-Vignola, modernizzata tra il 1936 e il 1937, distrutta durante gli eventi bellici del ’44-’45 e ricostruita negli anni ’50, è invece utilizzata esclusivamente per il trasporto merci.
Nel 1963, Damiani assistette all’ultima corsa dell’ultimo tram a Bologna, un momento che lo colpì profondamente. Iniziò a collezionare fotografie, oggetti e testimonianze, preservando così la memoria di quel sistema di trasporto.