cm. 30,5 x 24,5, pp. 444, copertina rigida con sovraccoperta con cofanetto, in ottime condizioni.
Forse mai come in questi ultimi anni è riemerso un interesse del tutto particolare verso la società medievale e in ispecie verso una istituzione che la caratterizza, la cavalleria. Libri di storia e di letteratura – accompagnati da contemporanei interessi sui versanti della religione, del costume, dell’arte – si sono susseguiti ad opera di maestri. E i poemi cavallereschi hanno conosciuto rinnovate edizioni o riduzioni, offrendo materiale anche per il teatro e il cinema.
Quello di re Artù costituisce uno dei più importanti cicli che si rifanno alle origini della letteratura francese. Il romanzo che si pone come tema la ricerca del mitico Graal, opera di quel Chrétien de Troyes che rappresenta per la Francia ciò che Dante rappresenta per l’Italia, è di gran lunga il più noto in Europa. A partire dalla seconda metà del dodicesimo secolo, il Graal correva in tutte le corti, entrando successivamente nelle librerie delle persone colte e comunque in vista. La invenzione della stampa ne favorì ulteriormente la divulgazione a livello che oggi chiameremmo borghese, finché il romanzo conobbe un’accentuata popolarità quando Wagner rivesti delle sue note immortali Parsifal.
La fortuna ha voluto che uno dei manoscritti contenente il Graal – del quale si hanno analoghi solo a Parigi, Lione, Bruxelles, Londra, Oxford – inedito, praticamente sconosciuto al di fuori di una ristretta cerchia di eminenti specialisti, sino alla Mostra della miniatura tenutasi a Passariano nel 1985, fosse custodito presso la Biblioteca Arcivescovile di Udine. Esso risale, come pare ormai accertato, all’ultima decade del Milleduecento. Le splendide miniature che accompagnano il manoscritto aggiungono interesse nel campo figurativo, accanto a quello suscitato nel campo letterario.
La sagacia, la volontà, la preparazione specifica di alcuni studiosi dell’ambito universitario hanno fatto sì che l’antico codice venisse finalmente alla luce e fosse felicemente posto a disposizione degli appassionati di tutto il mondo. La impresa editoriale richiedeva non solo studi approfonditi e specifici, durati alcuni anni, e un editore coraggioso e illuminato, ma anche un appoggio finanziario adeguato, data la complessità dei problemi di realizzazione. È per questo che la Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, doverosamente attenta alle più serie iniziative di carattere culturale, è intervenuta affinché l’iniziativa potesse concretizzarsi.
La nostra soddisfazione è giustificata. Questo Graal si fregia di una particolare vetustà e dimostra soprattutto che anche il Friuli partecipava – in quelli che erroneamente vennero chiamati «secoli bui» – delle correnti di cultura che percorrevano l’Europa.