cm. 23 x 16,5, pp. 280, brossura, in ottime condizioni.
L’espressione «le due sponde della Fiumara» rappresenta un riferimento d’obbligo: in primo luogo al corso d’acqua (immissario del Quarnero) che per lunghi secoli ha segnato il confine orientale dell’Istria; in secondo luogo a due realtà, e cioè alla città di Fiume (posta sulla sponda occidentale della Fiumara) e rispettivamente ad un «Oltreponte» (croato) che lentamente (sulla sponda orientale della Fiumara) si è venuto costituendo in polo alternativo ad un centro urbano italiano che aveva di fronte. La vicenda delle «due sponde della Fiumara» non è un momento qualsiasi di un quasi dimenticato microcosmo provinciale. Rappresenta invece una pagina di quella «questione adriatica» che per un certo periodo fu sentita intensamente nella penisola appenninica e non poté essere ignorata dalle maggiori Potenze europee. Una luce nuova sulla vicenda surrichiamata viene proiettata dal recente reperimento del fascicolo più consistente delle «carte Burich», finora inedito e costituito da una serie di lettere: indirizzate – fra il 1946 ed il 1964 – ad Enrico Burich principalmente da Attilio Depoli ma anche da Giorgio Radetti e da qualche altro illustre studioso fiumano. In queste pagine di Dassovich vengono confrontate quindi le indicazioni delle sinora inedite «carte Burich» con gli scritti editi nell’ultimo dopoguerra – principalmente sulla rivista «Fiume» – rispettivamente da Enrico Burich e dai suoi più illustri concittadini: con quegli scritti cioè che avevano appunto affrontato vari aspetti della controversa «questione adriatica». E da questo attento confronto derivano risultati d’indubbio interesse, ed anche considerazioni spesso sorprendenti.