cm. 21 x 14, pp. 680, brossura, in buone condizioni.
David Hume, eminente filosofo del XVIII secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del pensiero umano con il suo “Trattato sulla natura umana”, pubblicato tra il 1739 e il 1740. Attraverso quest’opera, Hume si afferma come una figura cardine dell’empirismo e della filosofia moderna, esplorando con acume le fondamenta delle nostre conoscenze e delle nostre convinzioni. Egli sostiene con vigore che ogni nostra idea e impressione trae origine dall’esperienza sensoriale, confutando l’assunto che concetti come la causalità siano innati. Secondo Hume, la nostra credenza nei legami di causa ed effetto non emerge da una connessione necessaria e intrinseca tra eventi, bensì da una consuetudine mentale formata dall’osservazione ripetuta di sequenze di eventi, che ci porta a istituire un nesso causale tra di essi.
Nel proporre un approccio empirico per l’analisi della mente umana, Hume ha radicalmente influenzato il dibattito epistemologico e i fondamenti della filosofia della scienza. Il suo scetticismo verso la conoscenza a priori e la sua critica penetrante del principio di causalità hanno inaugurato nuovi orizzonti di indagine filosofica, posizionando il “Trattato” come opera chiave per approfondire la transizione verso l’illuminismo e il pensiero moderno. Sebbene l’accoglienza iniziale del trattato fosse stata tiepida, con il tempo esso è stato riconosciuto come un caposaldo della filosofia, esercitando un’influenza profonda su molteplici ambiti del pensiero contemporaneo.