cm. 21,5 x 14,5, pp. 244, brossura, in ottime condizioni.
Questa è una documentata ricerca sull’evoluzione del pensiero di Trotskij nel campo della politica economica. L’ha condotta, attraverso una puntuale analisi dei suoi scritti (e anche degli inediti dei Trotsky Archives), Richard B. Day, docente di economia politica all’università di Toronto, che ha così ricostruito il dibattito economico e le lotte delle opposizioni nel partito sovietico degli anni venti. Alla fine del periodo del «comunismo di guerra», mentre nella direzione del partito maturavano le tendenze a stabilire più ampi rapporti con l’occidente, Trotskij era stato il più deciso assertore di una politica di isolamento economico dell’URSS, ma nel 1925, proprio quando Stalin divenne fautore di una industrializzazione indipendente dall’occidente, egli si converti risolutamente a una politica di integrazione economica. Tuttavia, contrapporre la teoria di Trotskij sulla «rivoluzione permanente» al «socialismo in un paese solo» fu, secondo l’autore, soprattutto una invenzione politica di Stalin: la battaglia di Trotskij negli anni 1926-1927 mirava in realtà a contestare la validità del socialismo in un paese «separato» dal resto del mondo. A giudizio di Day la stessa teoria del «socialismo in un paese solo» avrebbe potuto essere formulata anche utilizzando le enunciazioni e gli scritti di Trotskij durante e dopo il periodo del «comunismo di guerra».