cm. 16,5 x 11, pp. 160, brossura, in ottime condizioni.
Questo libro risponde con chiarezza a molte domande. È storia e testimonianza insieme: storia di un periodo intricato e difficile e testimonianza diretta di chi vi ha partecipato in prima fila. La politica culturale del fascismo nelle sue forme più rozze o più sottili, la sua volontà di restaurazione nelle arti, la sua azione per ricondurre nel proprio alveo la coscienza critica dei giovani: ecco alcuni dei temi affrontati in queste pagine, dove si prendono in esame, nel vivo delle polemiche, delle rotture e dell’opposizione, anche le riviste fondamentali del tempo: Primato, Il selvaggio, 900, Il Bargello, Prospettive, Corrente, e quelle iniziative artistiche, dal Premio Cremona al Premio Bergamo, che il “regime” volle organizzare su opposti fronti, mescolando infruttuosamente volgarità e diplomazia. Ma il motivo centrale di questo libro è soprattutto la vicenda di quegli intellettuali scrittori, artisti, filosofi, critici, registi che attraverso difficoltà di ogni genere, crisi di coscienza e dure esperienze, dall’interno stesso del fascismo sono giunti all’antifascismo militante, alla cospirazione e alla lotta aperta negli anni della Resistenza. È così che in queste pagine si incontrano i nomi di Persico, Vittorini, Bilenchi, Manzù, Sassu, Guttuso, Alicata, Visconti, Ingrao, Curiel, Labò, Pintor e di tanti altri. La ricostruzione critica diventa racconto e il documento acquista verità nell’immediatezza della rievocazione. Da qui l’efficacia di questo contributo alla conoscenza di una storia di cui è stata soprattutto protagonista una generazione d’intellettuali, la cosiddetta “generazione di mezzo”.