cm. 22,5 x 14,5, pp. 594, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Spiegherò i vari fenomeni che compongono ciò che chiamiamo coscienza, mostrando come essi siano tutti degli effetti fisici delle attività del cervello, come queste attività si siano evolute e come facciano sorgere le illusioni sui loro poteri e le loro proprietà.
Un obiettivo ambizioso, quello che Daniel Dennett si propone nelle pagine di “Coscienza”, che lo pone di fronte ad alcune delle Grandi Domande della filosofia: la coscienza è davvero quello che ci distingue dagli altri esseri animati? Ed è davvero riducibile a processi chimici e meccanici? E, in caso affermativo, che parte hanno in questi processi il dolore e l’amore, i sogni e la gioia?
La coscienza costituisce da sempre uno dei misteri scientifici più appassionanti; ma molti dei problemi incontrati dalle teorie della coscienza, afferma Dennett, sono il frutto “di una partenza con il piede sbagliato, di un tentativo troppo affrettato di indovinare le risposte alle Grandi Domande”. Queste risposte vanno invece cercate attraverso una radicale revisione della concezione tradizionale della coscienza.
Occorre abbandonare, oltre che l’eredità cartesiana del dualismo mente/corpo, anche il modello della coscienza come “Teatro Cartesiano”, il mitico luogo del cervello in cui i dati della percezione e della memoria verrebbero organizzati in una “presentazione” coerente.
Il nuovo modello proposto per la coscienza non è l’elaborazione unitaria, il flusso lineare cui siamo abituati a pensare dalla tradizione filosofica, ma il risultato della sovrapposizione e dell’interazione di “molteplici versioni della realtà, ciascuna parziale ed elaborata secondo modalità differenti, in un processo che Dennett interpreta alla luce delle tecniche definite negli studi sull’Intelligenza Artificiale: la coscienza nasce in una macchina (il cervello) che, come un computer, è in parte costituita da schemi fissi e in parte programmabile.
Nella sua sintesi ricchissima di riferimenti ai settori più interessanti e controversi della neuroscienza e della psicologia contemporanea, di esperimenti mentali proposti direttamente al lettore, di analogie illuminanti tratte dall’esperienza quotidiana, Dennett affronta, con una scrittura discorsiva e nitida, spesso arricchita da spunti ironici e polemici, tutti i classici enigmi della coscienza: la natura dell’introspezione, le qualità dell’esperienza, i rapporti del sé con il pensiero e con le percezioni.