cm. 24 x 17, pp. 26, legatura a doppio punto metallico, in ottime condizioni.
Son passati trent’ anni circa dalla morte del Rilke, neanche una generazione, e già ci si domanda se il suo mondo, così personale e rifuggente da ogni propaganda e divulgazione, possa avere ancora un valore di attualità per il nostro tempo. Non è più, la Dio mercè, un poeta da salotti letterario da mistici convegni che esaltino quello che c’è di deteriore in lui: quella morbosità femminile del suo primo periodo, quel sia pure aristocratico estetismo delle poesie giovanili, del Diario fiorentino, della Dama bianca, della Ballata dell’alfiere Cristoforo Rilke e, perché no, del Libro d’ ore. Sono duri anni, i nostri, e le mode e i gusti cambiano. anche se per certi rispetti il Rilke delle «Elegie di Duino», e dei «Sonetti ad Orfeo», per l’angoscia manifesta dell’esistenza e la vittoria su quella, possa sconfinare nell’ambito dei nostri problemi e del nostro tormento. Abbiamo detto: discorso «profano», perché bisogna essere dei veri e propri specialisti in materia, a districare quello che è caduco ed astruso in lui dalla viva sostanza del suo canto, a interpretare con chiarezza quello che è tanto personale e quasi ermetico per la singolarità del suo linguaggio, e, inoltre, perché ci siamo ripromessi di dire cose piane e semplici, a costo di parere e forse essere superficiali.