cm. 18 x 11,5, pp. 124, brossura, alcune sottolineature a penna, per il resto in buone condizioni.
In questo libro sono uniti due studi, pur differenti l’uno dall’altro per argomento e età autore, in un modo che non è semplice accostamento. Prima, nell’ordine, è La lingua omerica di Giacomo Devoto, da tempo strumento per l’apprendimento dei problemi posti dalla materia, e oggetto di continue ristampe. Segue Il dialetto miceneo di Alberto Nocentini, che è una novità sia perché è la prima edizione sia perché schiude altri problemi e, con essi, altri orizzonti. Pochi anni dopo la seconda edizione della Lingua omerica, si è avuta infatti la decifrazione delle tavolette cosiddette micenee e, con essa, la scoperta a Creta e a Micene di una lingua greca che, rispetto a quella di Omero, è diversa e rappresenta un antefatto di alcuni secoli: una spinta a sondare più a fondo le posizioni acquisite sia in fatto di lingua omerica sia in fatto di protostoria e grecità. Imperniato l’uno su Omero, l’altro sulla Lineare B, i due studi associati nel tessuto di questa edizione, al di là del loro valore specifico e immediato, hanno il fermento di un dialogo inteso ad approfondire le nostre conoscenze. Questa meta lontana è nelle parole che Devoto ha qui scritto a premessa, appena due settimane prima di morire, nel dicembre del 1974. Con la sua morte, il dialogo di oggi è interrotto, ma la meta rimane.